Al momento stai visualizzando Alimentazione, imballaggi e consumatori disinformati

​Dell’alimentazione si parla molto spesso. Altrettanto spesso si guarda a questa materia sempre dalle solite prospettive.

Si parla di corretta alimentazione, di salute, di costi, di spreco alimentare ma anche di filiera produttiva, trasporto, allevamenti intensivi, sfruttamento della terra fino all’ultima risorsa.

Si parla anche di sicurezza alimentare, di diritti dei consumatori relativamente a ciò che deve essere esplicitato in etichetta.

Una prospettiva che, invece, viene analizzata pochissimo è quella dell’impatto ambientale degli imballaggi.

Già senza considerare gli imballaggi l’argomento alimentazione coinvolge una quantità enorme di settori, dalla salute alla sicurezza per l’appunto.

Il punto è questa materia non si ferma qui e nonostante i suoi confini quansi indefinibili, i consumatori sanno davvero poco.

Durante la pandemia covid-19 e anche nei mesi a seguire la COMMISSIONE EUROPEA – DIREZIONE GENERALE SALUTE E SICUREZZA ALIMENTARE (Gestione delle crisi nei settori alimentare, degli animali e delle piante Igiene alimentare) ha pubblicato una raccolta di domande e risposte più frequenti durante la pandemia in materia di sicurezza alimentare.

Una domanda posta molte volte dai consumatori di tutta Europa era la seguente: “Posso contrarre l’infezione se gli alimenti vengono manipolati da persone che potrebbero essere infette?”

La risposta che la Commissione ha fornito era molto articolata e chiara. Talmente chiara che già dal primo capoverso si evince che questo rischio, così temuto dai consumatori, era quasi inesistente.

La Commissione infatti risponde così “Secondo le agenzie per la sicurezza alimentare degli Stati membri dell’UE, è molto improbabile contrarre la Covid-19 manipolando gli alimenti. L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha aggiunto che attualmente non ci sono prove che il cibo sia fonte o veicolo di trasmissione probabile del virus….”

Nonostante questa informazione, sia durante i momenti più acuti della pandemia che nelle settimane successive, è stato evidenziato un netto aumento dell’acquisto, da parte dei consumatori italiani, di prodotti freschi già confezionati. Questo aumento è stato talmente significativo che alle sedi Federconsumatori di alcune città emiliane, tra le quali Reggio Emilia, veniva segnalata l’assenza di prodotti freschi non imballati (ovvero sfusi) nei banchi della grande distribuzione.

Questo ci ha permesso di aprire una riflessione: siamo consapevoli di cosa significhi per l’ambiente comprare ogni giorno prodotti imballati? Sappiamo quali rischi economici ed ambientali derivino da tale scelta, dettata dalla paura e senza alcun fondamento?

Se fruttivendoli e verdurai di quartiere hanno proseguito nella loro attività con prodotti non implasticati, questo purtroppo non è stato vero per la grande distribuzione.

Oltre ai concreti effetti, dei quali abbiamo solo parzialmente accennato, su ambiente ed economia, c’è un ulteriore dato da considerare.

Anni di sensibilizzazione dei consumatori sono stati totalmente cancellati.

I numerosi tentativi, lungamente perpetuati negli anni, volti alla sensibilizzazione  riguardo lo spreco di plastiche inutili, di imballaggi in polistirolo, così complessi e costosi da riciclare, sono andati persi o sono parsi meno importanti e quindi marginali rispetto al quadro complessivo della situazione.

Questo dimostra che il lavoro che deve essere fatto con e per i consumatori, anche in ambito ambientale, è immenso ma necessario.

Le informazioni a disposizione dei consumatori non sono sufficienti. L’attenzione che deve essere posta su questo tema deve crescere, la sensibilizzazione deve aumentare.

Per questo, nelle prossime analisi sul tema alimentazione, concentreremo la nostra attenzione sugli effetti ambientali e sui costi degli imballaggi, oltre che tutte le altre numerose e fondamentali sfaccettature che questa materia ci offre.

Concludiamo questo primo approfondimento con una domanda che è anche una provocazione. Non sarebbe forse importante per non dire necessario, superare confezioni di plastica/polistirolo per gli alimenti freschi nei supermercati, così da compire passi più decisi e veloci verso una riduzione degli sprechi?

L.L.

“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna, con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2018”
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