Al momento stai visualizzando I rischi degli investimenti in criptovalute

Le criptovalute, la più diffusa e nota delle quali è Bitcoin, rappresentano una forma di moneta virtuale che si basa sulla tecnologia della blockchain, ovvero un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico e crittografati, che non possono essere singolarmente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi. La blockchain garantisce che le informazioni non siano modificate, tra cui appunto quelle relative all’identità del proprietario.

La criptovaluta esiste solo in forma virtuale, non viene emessa sotto forma di documenti o monete e, a differenza delle valute tradizionali, non ha un’autorità centrale di emissione, come ad esempio le Banche Centrali. Si acquista in rete e si conserva il wallet, portafogli virtuali sul proprio pc o su una apposita piattaforma online.

Le criptovalute hanno avuto una grande diffusione negli ultimi anni, non tanto come forma di pagamento (sono ancora relativamente pochi gli e-commerce che accettano criptovalute e ancora meno i negozi fisici) quanto come investimento. Nel 2013 un Bitcoin è salito da 13 dollari a 1.000 dollari, nel 2017 è passato a 20.000 dollari, salvo poi precipitare a 4000 dollari nel 2020. Il record è stato di nuovo battuto nel febbraio 2021 con una quotazione di 58.000 dollari. Si tratta di una valuta, come si può vedere, estremamente volatile ed ad alto rischio di speculazione ed aggiotaggio.
L‘elevata volatilità, di gran lunga superiore a quella di altri beni-rifugio come l’oro o il dollaro, la rende un investimento molto rischioso, più simile ad una puntata di gioco d’azzardo che ad un oculato progetto di conservazione del patrimonio. Si tratta di un mercato, in questo momento, privo dei controlli e dei “paracadute” del mercato azionario o obbligazionario tradizionale: è sconsigliato quindi agli investitori che non hanno un’alta propensione al rischio.

Particolare attenzione va poi dedicata alla conservazione delle criptovalute. Non essendo una risorsa depositata presso le banche ma esclusivamente presso il proprio wallet digitale, in caso di smarrimento della password, hackeraggio o comunicazione accidentale della password a terzi si rischia di perdere tutto e non c’è alcun modo di recuperare i propri soldi. I truffatori lo sanno benissimo: le campagne di phishing a danno dei possessori di criptovalute sono infatti all’ordine del giorno, così come le proposte di metodi miracolosi per arricchirsi in pochi giorni o la creazione di broker online truffaldini.

La Commissione Europea sta lavorando per ridurre i rischi per gli investitori e fornire stringenti parametri alle società che emettono le criptovalute. Al momento però l’attenzione della Commissione sembra concentrarsi soprattutto sul contrasto all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro: tutti argomenti importantissimi ma che non devono far dimenticare la necessità di una regolamentazione anche a tutela dei risparmiatori in un settore dove tutti, senza alcun controllo e senza alcuna tutela, potenzialmente possono investire e perdere ingenti somme.

E.A.

Foto di mohamed Hassan da Pixabay

realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico – Ripartizione 2018

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