In questi giorni i nostri sportelli stanno ricevendo tantissime chiamate da parte dei cittadini a seguito dell’uscita della notizia che le bollette dei morosi sarebbero state pagate dai consumatori onesti, non precisando che l’ipotesi dell’Autorità riguarda solo le morosità relative agli oneri di sistema.

Intanto sgombriamo il campo da alcuni equivoci e precisiamo che il provvedimento non è stato ancora emanato. La materia è molto tecnica e complicata, ma tutto è nato dalla delibera 50/2018 dell’Autorità di regolazione dell’energia (ARERA), a seguito di pronunce della Giustizia Amministrativa: Tar e Consiglio di Stato.

Più precisamente, che cosa potremmo andare a pagare a seguito di questa delibera?

Occorre precisare che per ogni contratto attivo di energia elettrica si pagano i cosidetti “oneri generali di sistema” che coprono i costi per le attività di interesse generale del sistema elettrico tra cui lo smaltimento del nucleare, gli incentivi alle fonti rinovabili, le agevolazioni tariffarie al sistema ferroviario, si pagano gli oneri anche se c’è zero consumo.

In poche parole è lo Stato che dovendo coprire i costi di determinate attività, lo fa attraverso il prelievo in fattura.

E’ accaduto che alcuni venditori di luce, essendo falliti a causa di clienti morosi (in gran parte rappresentati da piccole e medie imprese), non hanno versato alla società di distribuzione la quota relativa agli oneri generali di sistema. Le imprese di distribuzione hanno però versato gli oneri generali allo Stato e si sono trovati nella condizione di non poterli recuperare.

Con questo provvedimento l’Autorità consentirebbe alle imprese di distribuzione di recuperare gli oneri generali versati ma non riscossi a causa del fallimento delle imprese di vendita. Quindi non pagheremo il consumo e le bollette dei morosi, come sembra emergere da false notizie diffuse in questi giorni sul web come su WhatsApp e che l’aumento di € 35, già dalla fattura di aprile 2018, è totalmente falsa.

In ogni caso, consigliamo agli utenti di continuare a pagare le bollette per intero e a non defalcare alcuna quota – peraltro non evidenziata in fattura –  perché al momento non conosciamo l’importo complessivo che dovrà essere recuperato e soprattutto perché si rischierebbe di incorrere nel distacco della fornitura di luce.

Chiariamo, infine, che dal momento che il provvedimento non è stato ancora emanato, gli aumenti registrati derivano a seguito dell’ultimo adeguamento tariffario ad opera dell’Autorità e che la quota fissa complessiva di € 135 all’anno, per le seconde case, che molti cittadini si sono trovati nelle ultime bollette è dovuta da tutti i consumatori domestici non residenti a seguito della riforma tariffaria dell’energia elettrica che nulla c’entra con il predetto provvedimento dell’Autorità per l’Energia.

Federconsumatori ha presentato le proprie richieste di modifica alla bozza di delibera che regolerà la materia. Qualora l’ARERA, nella fase di consultazione, non accogliesse le nostre osservazioni, già presentate nei giorni scorsi, e desse seguito a tale operazione, gli eventuali aumenti avverrebbero da luglio 2018.

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