L’Ivass, l’Autorità di vigilanza sulle assicurazioni, ha rintracciato oltre 11.789 beneficiari di polizze dormienti. Si tratta di polizze assicurative che, pur avendo maturato diritto al pagamento, non sono mai state reclamate da nessuno, dal momento che gli aventi diritto non ne erano a conoscenza.

Si tratta nella maggior parte dei casi dei parenti di persone decedute, che ignorano il fatto che i propri cari fossero titolari di polizze vita.

L’importo medio delle polizze dormienti i cui beneficiari sono stati scovati è di circa 101.000 Euro, per un totale di 1,5 miliardi. Ma, in totale, nelle casse delle compagnie assicurative, giacciono circa 4 milioni di polizze potenzialmente dormienti nel nostro Paese. Si tratta di un numero elevatissimo.

È bene ricordare che si hanno dieci anni di tempo per riscuotere tali polizze: decorso tale termine l’importo confluisce in un fondo del Ministero delle Finanze.

Apprezziamo lo sforzo dell’Ivass nel cercare di risalire ai beneficiari attraverso un incrocio di dati, purtroppo però ancora non sono stati rintracciati tutti coloro che hanno diritto a riscuotere questi tesoretti inaspettati.

E’ opportuno, pertanto, che i cittadini conoscano tale situazione e verifichino i propri documenti e quelli dei parenti anziani, per evitare di perdere gli importi dovuti.

Chi rinvenisse una polizza propria o di un parente deceduto deve immediatamente chiederne la liquidazione alla compagnia emittente.

Se qualcuno avesse dubbi in merito alla possibile sottoscrizione di una polizza da parte di un parente deceduto può rivolgersi alle sedi della Federconsumatori per la necessaria assistenza.

Invitiamo, inoltre, Poste Italiane ad avviare analisi approfondite in tal senso per verificare l’esistenza e l’entità delle forme di risparmio dormienti, informando e facilitando i cittadini che ne vogliano riscattare gli importi. Lo stesso valga per gli istituti bancari, che dovranno effettuare analoghe ricerche e campagne informative per i conti dormienti, affinché chi ne più beneficiare vi abbia finalmente accesso.

Comunicato Federconsumatori del 23/01/2018

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