In seguito ai diversi sequestri operati dai Nas dopo lo scandalo delle uova contaminate da Fipronil, molti consumatori chiedono chiarezza sulla provenienza delle uova che si consumano

Ricordiamo che per le uova di gallina vige un sistema di etichettatura, il cosiddetto codice delle uova, obbligatorio in tutta la UE, attraverso il quale si può risalire alle principali informazioni fondamentali per il consumatore.

Ogni uovo ha un codice identificativo che permette di conoscere la filiera di produzione: la provenienza la freschezza, il peso e la categoria di appartenenza – A o B a seconda che siano destinate al consumo umano o industriale.

Il “codice delle uova” si compone di 11 caratteri alfanumerici:

Il primo indica la tipologia di allevamento (0 per allevamenti all’aperto con mangimi biologici, 1 per allevamenti all’aperto, 2 per allevamenti a terra e 3 per allevamenti in batteria).

Il secondo e il terzo carattere indicano il Paese di provenienza delle uova; per l’Italia è IT. Ed è questo il codice che ci permette di sapere se le uova arrivano da Olanda o Belgio oppure da altri Paesi (saperlo non aiuterebbe nel caso in cui venga confermata la notizia dell’impiego di Fipronil anche negli allevamenti italiani).

Il quarto, quinto e sesto carattere indicano il Comune di produzione, il settimo e l’ottavo la provincia e gli ultimi tre caratteri il nome dell’allevamento.

Non c’è invece modo di avere informazioni analoghe sui prodotti contenenti le uova. Per questo da tempo chiediamo di disporre dei sistemi informativi che consentano di risalire alla tracciabilità non solo dei singoli prodotti, ma anche degli ingredienti che li compongono.

S.M.

“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2015″
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