Al momento stai visualizzando Prima indagine sulla sanità territoriale e sui servizi offerti dai medici di base in provincia di Modena

L’indagine di Federconsumatori, Sindacato Pensionati e Funzione Pubblica CGIL di Modena giunge mentre siamo al centro di una crisi conclamata, più volte oggetto dell’attenzione generale.
Una generazione di medici di famiglia è arrivata meritatamente all’età della pensione, ma lo spazio lasciato libero non viene occupato da altri medici, per una pluralità di motivi. Rimangono così sguarnite da un servizio imprescindibile intere comunità; nel caso modenese importanti frazioni del nostro territorio, con vistosi disagi in alcuni comuni e aree, come Carpi e la Collina/Montagna.
Se l’indagine ha origine attorno a questa emergenza abbiamo deciso da subito di indagare anche altri temi con una indagine scientifica, prioritariamente rivolta agli iscritti alla CGIL della provincia di Modena (112.000 nel 2020, su circa 580.000 cittadini e cittadine modenesi maggiorenni) e nelle aree e con le modalità indicate nella premessa metodologica. Non può non essere segnalato il notevole risultato in termini di rispondenti al nostro questionario, il maggiore nell’esperienza ventennale di indagini per Federconsumatori e il quadruplo dei campioni utilizzati nelle indagini ISTAT, come ricordato dal nostro consulente statistico, Dott. Massimiliano Vigarani.
Un segnale di grande interesse generale su questo tema, ma anche l’evidenza di una voglia di partecipazione, di esprimere le proprie valutazioni. Attorno a questa indagine abbiamo raccolto anche diverse storie, i racconti di una esperienza, positiva o negativa, con il proprio medico di famiglia. Non è possibile sintetizzare quei racconti, a volte di grande apprezzamento, a volte influenzati dalla rabbia e dalla tensione portata dal non avere trovato supporto in un
momento critico, spesso drammatico. Non abbiamo ritenuto di descrivere qui quelle storie, per non mettere in ombra l’indagine ed i suoi risultati.
Un’indagine che non può certo essere limitata all’espressione di un voto; anche se la tabella sul gradimento del proprio medico di famiglia a quello somiglia molto.
Ed è un voto positivo, anche se differenziato tra le quattro aree esaminate: 7,6 su 10 a Castelfranco e nel quartiere Madonnina, 7,2 su 10 a Carpi e nell’area collinare-montana. I medici di famiglia della nostra provincia, adottando questa modalità estremamente semplificata, sono quindi promossi, anche se non troppo largamente. Possiamo dire che il sistema regge ancora, da questo punto di vista. Ma è necessario approfondire, perché i numeri dell’indagine
evidenziano un significativo arretramento rispetto al passato. E perché le valutazioni ed i giudizi sono certamente articolati, e aiutano chi, come noi, vuole fermare ed invertire quell’arretramento.
Abbiamo citato la voglia di partecipazione, di dialogo, di ascolto. Sicuramente questo è uno dei temi sui quali investire molte energie. La possibilità che i cittadini hanno, per sottoporre all’Azienda USL le criticità riscontrate, oggi non sono adeguate. All’impossibilità di risolvere i problemi corrisponde per i cittadini a volte il cambio del Medico, ma anche il riferirsi sempre di più alla Sanità privata, oppure a rinunciare alle cure.
Quali le criticità? E’ poco sentito il problema della distanza del medico dalla propria abitazione, tema che solo in area montana dà segnali di vivacità.
Importanti sono invece le criticità sugli orari insufficienti, in particolare nell’area montana, sulla difficoltà nei contatti (Carpi, Madonnina), sulle attese troppo lunghe (Castelfranco, con un dato estremo). Se nelle criticità le differenze territoriali sono forti, e tali da costringere ad un esame in profondità, stupisce l’uniformità dei punti di forza rilevati dai pazienti, sostanzialmente identici in tutti i territori: professionalità, rapporto umano e disponibilità sono riconosciute
come caratteristiche positive dalla maggioranza degli intervistati, tranne che nell’area montana.
Il peggioramento del servizio è rilevato da una importante quota degli intervistati, ai quali non fa da contraltare una pari percentuale di soggetti per i quali è intervenuto un miglioramento. Il dato più negativo è quello di Carpi e dell’area montana, dove rispettivamente per il 28 e 27% degli intervistati la qualità del servizio è peggiorata o nettamente peggiorata. A Castelfranco e nel quartiere Madonnina questo dato si riduce al 22%, non distantissimo per Castelfranco da quel 18% per il quale il servizio è migliorato o nettamente migliorato.
In generale si nota un maggior gradimento per quei comuni dove è presente una Casa della Salute, anch’esse però non esenti da critiche e da richieste di miglioramento.
Infine il Covid; anche se una larga maggioranza di rispondenti dichiara di aver avuto dal proprio medico di famiglia l’assistenza necessaria per problematiche relative al Covid-19, non va sottovalutato quel 17% che dichiara di non aver trovato dal proprio Medico le risposte necessarie.
Nel nostro questionario una domanda atteneva la visione futura del ruolo del medico di famiglia. Per la maggioranza degli intervistati, il 52,4%, il ruolo del medico di famiglia deve cambiare. Come? La prima delle questioni è la maggior cura nei rapporti interpersonali con il paziente, segue la maggiore disponibilità alle visite domiciliari, il maggior numero di Medici, l’ampliamento degli orari di apertura, la presenza di attività di segreteria e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Emerge la preoccupazione rispetto alle garanzie di sostituzione del proprio medico, prossimo al pensionamento. Più in generale, sulla Sanità territoriale, si chiede la crescita dell’assistenza socio-sanitaria domiciliare, la semplificazione delle modalità di prenotazione di una visita, il potenziamento degli Ospedali di Carpi, Pavullo e Castelfranco, il potenziamento delle Case della Salute e l’ampliamento dei servizi offerti.
In sintesi il medico di famiglia è chiaramente, per i 2.720 rispondenti, una figura centrale nella Sanità territoriale. Ma si ritiene necessario, già oggi, rivedere nel suo insieme gli aspetti organizzativi e di intreccio con il sistema sanitario territoriale. I bisogni dei cittadini e delle cittadine sono mutati nel tempo, ma questo non è stato registrato a sufficienza dall’attuale organizzazione dei medici di famiglia.
La pandemia ha visto certamente tanti di loro esprimersi al massimo con abnegazione, ma allo stesso tempo ha anche mostrato l’urgenza di introdurre importanti innovazioni, possibilmente condivise, a garanzia della Salute dei cittadini e delle cittadine.
Federconsumatori provincia di Modena APS
SPI CGIL Modena
Funzione Pubblica CGIL Modena

la città il territorio e le nuove sfide

L.R.4/17 annualità 2021

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