«Quella buonuscita è fatta anche del dolore di chi ha faticato, rata dopo rata, a mantenere attivo il riscaldamento o la luce elettrica. O di chi non ce l’ha fatta». Monta la rabbia tra gli associati della Federconsumatori di Reggio, che spara ad alzo zero contro Iren e l’ormai ex amministratore delegato Nicola De Sanctis, sollevato dall’incarico di vertice ma che manterrà il ruolo di dirigente con un compenso di 400mila euro l’anno. Il termine anzitempo del contratto da top manager gli è valso una buonuscita da 950mila euro (di cui 50mila come premio di risultato). Soldi che si aggiungono ai 490mila euro di compensi fissi incassati nel 2013 tra emolumenti (429mila euro), bonus (50mila euro) e altri benefici (11mila euro). Nel 2014 le cifre non sono cambiate di molto, compresa l’assegnazione a De Sanctis di un’auto a uso promiscuo.

La tabella dei compensi 2013 degli amministratori di Iren

Un plafond che suona come uno schiaffo alla crisi e agli utenti serviti dalla società, costretti a «contarsi le monetine in tasca», tuona l’associazione dei consumatori guidata da Giovanni Trisolini. Nel 2013 Iren ha pagato ai 13 amministratori del cda circa 2,2 milioni di euro, altri 189 milioni ai 4.696 dipendenti. «Noi, ogni giorno, assistiamo come possiamo persone che non riuscendo a pagare le bollette del riscaldamento e dell’elettricità, chiedono rateizzazioni speciali, quando va bene. Quando va male arrivano con il riscaldamento staccato, con l’elettricità staccata, con la paura di non riuscire a tenersi un tetto sulla testa».

Ecco perché i benefit suonano come una beffa «a ogni singolo cittadino e cittadina. È ora che anche i dirigenti Iren comincino a interfacciarsi con il mondo reale. Chiediamo che i comuni e i sindaci soci intervengano immediatamente per mettere un tetto a questi importi e alla vergogna che generano».

Una prima risposta in materia l’ha data pochi mesi fa il comune di Castellarano, che è uscito dal sub-patto formato dagli enti locali reggiani soci della multiutilily, strada che potrebbe essere seguita in futuro da altri sindaci. Una frattura storica nata per ragioni di cassa – vendere le azioni per non tagliare i servizi comunali – ma che non nasconde critiche indirette alla gestione di Iren.

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La clausola del contratto di De Sanctis aveva già sollevato l’ampia disapprovazione da parte dei sindaci dei comuni durante un’assemblea dei soci a ridosso dell’assegnazione dell’incarico decisa dal comune di Genova, al quale spettava la scelta secondo i patti tra i grandi azionisti pubblici. Poi il vento della politica è cambiato e De Sanctis ha dovuto fare un passo indietro proprio su pressioni da parte di Genova, che lo ha sostituito con il nuovo ad Massimiliano Bianco. Anche quest’ultimo, probabilmente, avrà nel contratto una clausola simile, così come ce l’aveva l’ex presidente di Iren, Roberto Bazzano, al quale fu riconosciuta una buonuscita di 1,5 milioni di euro.

Strali sono giunti anche da Alessandra Guatteri, consigliere in consiglio comunale a Reggio del Movimento 5 Stelle, che lancia una polemica centrata proprio sul premio di risultato, assegnato nonostante le difficoltà di gestione di Iren. «Ma di quali risultati stiamo parlando? – dice ironico Guatteri – I ricavi per beni e servizi calano del 18%. L’unico comparto che tiene è quello idrico il cui margine operativo lordo aumenta del 33% grazie agli aumenti che noi abbiamo pagato in bolletta».

Altri nodi sono le maxi svalutazioni delle partecipate, il calo drastico della produzione di energia elettrica «nonostante si sia investito in due nuove centrali, quelle di Tusciano e Turbigo», i 97 milioni di euro di oneri finanziari per la quale l’azienda «non si scompone di certo di fronte a 900.000 euro di buonuscita». «Un ringraziamento per le 4 bollette che pagheremo nell’ultimo trimestre dell’anno e che serviranno a finanziare bonus e premi di risultato, ma non certamente a gestire con cura i nostri beni comuni».

(Da Gazzetta di Reggio on-line del 25/11/2014)

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