Nei giorni scorsi, durante la riunione dei rappresentanti dell’Amministrazione regionale con Comitati e Associazioni rappresentanti gli utenti ferroviari, il Direttore Reti e Mobilità ha annunciato l’aumento delle tariffe del trasporto ferroviario regionale dal prossimo agosto. La motivazione addotta per tale aumento sarebbe l’adeguamento del prezzo dei biglietti all’inflazione. Per motivare questo aumento, che graverebbe essenzialmente sulle spalle dei viaggiatori non abbonati, le spiegazioni non son andate oltre la scarna comunicazione, nessun accenno al tasso di inflazione preso in considerazione, nessun documento a sostegno della comunicazione, nessuna tabella riportante gli aumenti previsti ne tanto meno accenni al peggioramento del servizio che si è registrato anche nell’anno trascorso.
Ricordiamo che, non   più   di   qualche   settimana   fa,   Federconsumatori   Emilia   Romagna   ha
promosso un ricorso alla Autorità dei Trasporti e all’Antitrust, denunciando Trenitalia per il progressivopeggioramento del servizio e il mancato rispetto dei diritti degli utenti.

Federconsumatori allora chiede al committente -la Regione Emilia Romagna- e ai gestori del servizio:

Perché gli utenti dovrebbero pagare di più per un servizio che è peggiorato?
•    Perché gli utenti dovrebbero pagare di più per un servizio che non riesce a garantire il loro
diritto al rimborso di soppressioni e ritardi?
•    Perché i tavoli di confronto con le rappresentanze dell’utenza spesso si risolvono in una mera
comunicazione, per di più incompleta, che l’amministrazione elargisce al solo scopo di coprire
con una foglia di fico i doveri che la legge le impone?

Federconsumatori non firmò il “Patto per la mobilità” 2010-2013 proprio perché gli aumenti delle tariffe non erano collegate al miglioramento del servizio. Oggi i fatti ci dimostrano che quella decisione fu giusta.

La soppressione di circa 10.000 treni ogni anno con prestazioni di puntualità in peggioramento costante nonostante l’aumento dei tempi di percorrenza, i gravi ritardi nell’attivazione del progetto STIMER per il biglietto unico e l’uso indifferenziato dei mezzi, questa è oggi la realtà. Non un aumento del  prezzo  del biglietto  ferroviario  quindi, ma  un  indennizzo per i  disagi  sopportati dagli  utenti, renderebbe giustizia ai viaggiatori!

Federconsumatori ritiene sbagliato e inopportuno il provvedimento proposto e invita la Regione Emilia Romagna a rivedere in questa fase il proposito di aumento delle tariffe. Riteniamo che nell’ambito del rinnovo del contratto di servizio sia indispensabile rivedere la normativa nell’ottica del miglioramento del servizio e del materiale viaggiante. Su quelle basi si potrà sviluppare una politica delle tariffe coerente. Federconsumatori auspica una rapida conclusione della gara per evitare che ulteriori ritardi si ripercuotano ancora una volta sulla qualità del servizio e quindi sugli interessi degli utenti del trasporto.

B.P.

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