Entrano in vigore dal 1° ottobre in Emilia Romagna le limitazioni del traffico che riguarderanno i centri urbani delle città con oltre 50.000 abitanti, con limitazioni più restrittive del passato e resteranno in vigore fino al 31 marzo 2016. Una limitazione conseguenza del “Piano Aria” pluriennale adottato dalla Regione che chiude l’esperienza del “blocco del giovedi” per diventare settimanale, dal lunedi al venerdi dalle 8,30 alle 18,30 quando non potranno circolare veicoli a benzina uguali o inferiori a Euro1 e mezzi a trazione diesel uguali o inferiori ad Euro3. Nello stesso periodo, dal 1 ottobre al 31 marzo, in occasione della prima domenica di ogni mese si svolgeranno le “domeniche ecologiche”, con sospensione dal 1 dicembre al 6 gennaio.

Un intervento rilevante che coinvolgerà nel blocco parziale il 23% dei 3,6 milioni di veicoli circolanti in Emilia Romagna e porterà limitazioni alla mobilità di tanti utenti. Per questa decisione sono stati consultati i Comuni interessati ma sono stati ignorate le rappresentanze dei cittadini, i destinatari ultimi dei provvedimenti. Se questi provvedimenti devono servire ad una maggior tutela della salute dei cittadini, deve trovare una risposta l’interrogativo che viene posto con queste nuove limitazioni, adottate proprio ora che L’ARPA Emilia Romagna diffonde dati meno preoccupanti sulle emissioni di polveri sottili (PM10), mai cosi bassi negli ultimi anni.

Per Federconsumatori le limitazioni del traffico produrranno pesanti conseguenze sulla vita e sulle abitudini di molti cittadini, in particolare i meno abbienti sfortunati possessori di auto che non possono cambiare. Un’informazione preventiva più puntuale avrebbe sicuramente consentito a tutti i cittadini di compiere per tempo scelte oculate. Il blocco semestrale dei veicoli più obsoleti pone interrogativi anche sull’obbligo dei proprietari di pagare una “tassa di circolazione” che magari in questo caso poteva prevedere un’esenzione o una sua limitazione. Ugualmente inspiegabile la sospensione del blocco previsto per le domeniche di dicembre che sembra contraddire gli obiettivi della manovra per fini meramente consumistici.

Per mitigare gli effetti delle limitazioni al traffico poteva e doveva trovare spazio un maggiore coinvolgimento del trasporto pubblico, anche con agevolazioni mirate, senza trascurare l’aspetto che possano essere proprio i mezzi pubblici, in particolare autobus a trazione diesel, a contribuire a questi sforamenti. Gli autobus più obsoleti e inquinanti superano in Emilia Romagna i 13 anni di vita e andrebbero meglio coniugati con una vera “mobilità sostenibile” spesso predicata e poco perseguita e questa è sicuramente un’occasione da perseguire. Un trasporto pubblico efficiente e non inquinante e una migliore qualità della mobilità ciclo-pedonale hanno un costo e su questi costi va ricercato il coinvolgimento dei cittadini-paganti.

Queste misure, considerando anche la valenza pluriennale del Piano, andranno verificate sul campo ed eventuali storture andranno corrette, anche alla luce di nuovi controlli delle emissioni dei veicoli promesse dopo lo scandalo Volkswagen, uno scandalo che non esclude affatto l’Italia o il coinvolgimento di altre case automobilistiche.

Giuseppe Poli

Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento 2013 della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico

 

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