L’aumento delle tariffe si estende anche al servizio idrico. Nei giorni scorsi sono state determinate le tariffe del servizio idrico per gli ambiti territoriali di Bologna, Rimini e Ferrara, in affidamento a Hera.
Il calcolo e l’importo del servizio per gli utenti è stabilito dall’Autorità nazionale di regolazione dell’Energia, Reti e Ambiente, mentre al livello regionale spetta un compio di sostanziale di ratifica, da parte del Consiglio d’Ambito e di Atersir, quindi il problema va ben al di là dei casi in questione.
Per gli anni 2022 e 2023 a Bologna l’aumento complessivo sarà pari al 7,4% (3,7% per il 2022 e 3,7% per il 2023, a Rimini del 9,6% (6,3%+3,3%) e Ferrara dell’11,2% (6,4%+4.8%).
Gli incrementi sono in gran parte dovuti allo sblocco delle tariffe, dopo la fase di emergenza dovuta alla pandemia e al riconoscimento al gestore da parte di Arera di un terzo dei maggiori costi sostenuti per il caro energia. Avendo raggiunto per il biennio il tetto massimo di aumenti, che varia a seconda di una molteplicità di fattori, una parte degli aumenti sono stati posticipati a dopo il 2023, per cui l’incremento delle tariffe si protrarrà anche oltre i due anni in questione.
Gli stessi parametri utilizzati per queste tre realtà, verranno applicati per tutte le altre provincie.
Questi dati appesantiscono ulteriormente una situazione già molto gravosa per i consumatori e per le famiglie in merito ai costi energetici, per i quali non si prevede un calo per tutto il 2023, alimentando ulteriormente il peso di un’inflazione a due cifre.
L’appello che Federconsumatori rivolge alle istituzioni, Comuni e Regione, è di alzare la guardia a protezione dei cittadini, cercando in ogni modo di mettere in campo politiche di sostegno a partire dai soggetti più fragili che, va ricordato, sono in costante aumento.
S.M.