Una sentenza apparentemente senza precedenti quella del Tribunale Civile di Bologna, che ha riconosciuto un risarcimento danni al cognato e al nipote di una signora deceduta per le esalazioni di monossido di carbonio della propria caldaia non installata a dovere.

Il giudice, cosa mai successa prima, ha considerato il cognato e nipote “affini” ai parenti in virtù del loro legame d’affetto. L’avvocato Federconsumatori Nadia Pironaci, nonostante la causa sul fronte penale non abbia avuto esito, ha voluto intraprendere con forza la causa civile dimostrando, con diverse prove, l’intensità del legame tra la zia il cognato e il nipote (da lei peraltro nominato erede) e ce l’ha fatta. Per il giudice, Giovanni Salina, il cognato ed il figlio, quindi nipote acquisito della defunta, avevano istaurato con la donna “un rapporto di affinità particolarmente intenso, continuo e duraturo nel tempo” tanto da sussistere “la sostanziale equiparabilità’ a quello che potrebbe esserci tra fratelli” da risarcire in base alle tabelle elaborate dal Tribunale di Milano.

Questa sentenza dimostra che qualunque legame affettivo, se chiaramente ne viene dimostrata l’importanza e l’intensità, può avere diritto al risarcimento del danno non patrimoniale”.

Per Maurizio Gentilini, presidente di Federconsumatori Bologna, si tratta di una sentenza molto importante, destinata a fare principio a livello nazionale per molti punti”.

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