Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il provvedimento del governo Monti che, nel 2011, anticipava di tre mesi (dal 28 febbraio 2012 al 31 dicembre 2011) la prescrizione della lira.
La Banca d’Italia, prendendo atto del pronunciamento della Corte Costituzionale, ha deciso di convertire spontaneamente le lire in possesso di coloro che avevano fatto causa o richiesto la conversione entro il 28 febbraio 2012. Ad oggi, la pronuncia della Corte non legittima la conversione per coloro che non l’avevano richiesta entro il termine prescrizionale dei 10 anni (28 febbraio 2012). Tale diritto, infatti, a decorrere dal 01 marzo 2012 risulta prescritto.
Purtroppo, allo stato dell’arte, per i cittadini che non sono in grado di produrre una documentazione probante che certifichi la propria richiesta di conversione, avanzata prima del 28 febbraio 2012, ad una delle filiali della Banca d’Italia, sembra preclusa la possibilità di vedere realizzata l’aspettativa legittima di poter convertire in euro le somme in lire ancora in loro possesso.
Una soluzione che riteniamo non rispettosa dei cittadini e della loro buona fede. Questi ultimi, infatti, visto il Decreto Monti, non si sono preoccupati procurarsi “la prova” dell’interruzione della prescrizione esercitata entro il 28 febbraio 2012.
In tal senso, i cittadini potrebbero comunque effettuare la richiesta di conversione specificando che, in data antecedente al 28 febbraio 2012, si sono rivolti alla Banca d’Italia di (specificare sede) sita in (città, via/piazza) per ricevere il cambio delle lire in euro e che, di fronte al diniego dell’addetto allo sportello della Banca d’Italia, non hanno pensato di precostituirsi la prova della loro richiesta così da poterla esibire in un ipotetico futuro, nonché non è stata fornita loro una attestazione di rifiuto della richiesta di conversione.