Il 21 luglio 2020, è stato firmato un decreto interministeriale, sottoscritto dai ministri dell’Agricoltura, Sviluppo economico e Salute che dà finalmente il via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello.
Un importante passo avanti in direzione della trasparenza e dell’informazione ai cittadini. Da sempre la Federconsumatori è impegnata in prima linea per la promozione della chiarezza e della completezza delle informazioni riportate in etichetta, specialmente quelle relative alla provenienza.
Il decreto sui salumi prevede nello specifico che tutti i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a:
- Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali);
- Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali);
- Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).
Nel momento in cui la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.
La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque SOLAMENTE quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando invece la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine potrà apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.
Tale azione diventa particolarmente significativa in un momento così delicato per l’economia italiana, in cui la promozione delle nostre eccellenze è una chiave fondamentale per ripartire.
In tale ottica giudichiamo deleterie e inspiegabili alcune infelici affermazioni che mettono sotto attacco i protagonisti della ristorazione, altro fiore all’occhiello del nostro Paese (che fa il 13% del PIL), a cui di certo non si può fare una colpa se, a causa della pandemia, hanno riportato dei cali del fatturato.
S.M.
Foto di Melanie Eng da Pixabay