Come sa bene chiunque viva in affitto, cercare una casa a Bologna non è una passeggiata: oltre alla carenza cronica di alloggi e agli affitti stellari, tra gli annunci di locazione spesso si nascondono dei veri e propri truffatori e approfittatori. Un brutta disavventura è capitata a due nostri associati, i coniugi J. , che, assunti da una azienda bolognese e in cerca di una casa, hanno risposto ad un annuncio sul sito Bakeka.it , apparentemente scritto da una agenzia immobiliare.
Dopo un primo contatto telefonico e l’invio di numerose fotografie di un alloggio che sembrava proprio perfetto per loro, l’agente li invitava a visionare l’appartamento, in un grande condominio, in quel momento occupato da due studenti che lo avrebbero liberato dopo sei mesi. Soddisfatti della visita e della cifra richiesta come affitto, i signori J. venivano convinti a firmare immediatamente, sul posto, un contratto per “fermare “ la casa che a detta dell’agente aveva già avuto molte visite.
Per paura di perdere quella occasione e stanchi della ricerca che si protraeva da molte settimane, i coniugi J. si sono lasciati convincere anche a versare subito una caparra in contanti di 800 euro, prelevati dal bancomat sul momento.
I più attenti di voi avranno già capito come va a finire questa storia: dopo sei mesi dalla firma del contratto, avvicinandosi la data di consegna delle chiavi, i coniugi J. hanno cercato di mettersi in contatto con l’agente ai recapiti presenti sul contratto, senza riuscirci: i telefoni erano inesistenti e le email tornavano indietro.
Hanno quindi tentato di tornare nell’alloggio affittato , ma il nome sul campanello era stato cambiato e non erano più ben sicuri, dopo così tanti mesi, di quale appartamento avessero visitato tra i molti presenti nel grande condominio.
Al campanello della porta che ricordavano non rispondeva nessuno.
I coniugi si sono quindi rivolti a noi, che abbiamo consigliato di sporgere immediatamente denuncia per truffa. Infatti, l’agenzia immobiliare presente nella carta intestata del contratto si è dimostrata inesistente e non iscritta in Camera di Commercio. Possiamo quindi tranquillamente escludere che si tratti di una svista o un mero disguido.
Non sappiamo se la disavventura dei poveri J. avrà un lieto fine e se i Carabinieri riusciranno a risalire all’agente e ai suoi complici, gli “studenti” ; tutto dipenderà dal ricordare quale appartamento, del grosso condominio, hanno visionato.
La loro disavventura però può farci riflettere sull’attenzione che dobbiamo porre nel settore degli affitti, che siano residenziali o brevi per turismo. Affidiamoci sempre a intermediari sicuri, per lo meno che abbiano un ufficio fisico, una sede e una partita IVA valida (verificabile con pochi euro anche sul sistema Telemaco della Camera di Commercio); non facciamoci mettere fretta nella firma di contratto o nel versamento di caparre.
Nel dubbio, prima di firmare chiediamo un parere a Federconsumatori contattando le nostre sedi
E.A.