Il caso del mese di Marzo, riguarda una delle tante situazioni in cui e’ possibile ritrovarsi in questo particolare periodo di emergenza che stiamo vivendo.
Una associata di Federconsumatori Bologna, Simonetta, si è iscritta ad un corso professionale in una rinomata scuola di moda e design, pagando la cifra di 3000 euro per 60 ore di formazione. Il corso, che secondo il contratto doveva svolgersi in aula, con i mezzi tecnologici messi a disposizione della scuola e alla presenza dei docenti e del tutor, ha subito una stop a causa dell’emergenza coronavirus e del conseguente divieto di tenere lezioni scolastiche di qualsiasi tipo. La scuola ha quindi continuato la didattica a distanza, in videoconferenza.
Questa soluzione si è dimostrata però da subito impraticabile per Simonetta, che non dispone a casa propria di una connessione e strumenti informatici tali da permetterle di usufruire delle lezioni: la linea infatti cade spesso e l’unico pc di casa è utilizzato anche dal marito per il proprio lavoro e dai figli per la scuola. La nostra associata ha quindi chiesto di poter frequentare il corso nell’edizione del prossimo anno, oppure in alternativa di avere il rimborso di quanto speso, ma inutilmente.
Si è quindi rivolta alla nostra associazione ed abbiamo avviato una pratica di reclamo, contestando il fatto che lo svolgimento di lezioni a distanza non rappresenta un esatto adempimento di quanto previsto dal contratto e che, nell’impossibilità di fornire la prestazione così come contrattualmente stabilita, la scuola avrebbe dovuto restituire il prezzo percepito (secondo quanto stabilito dall’art.1463 del Codice Civile) o per lo meno, in un’ottica di risoluzione bonaria del problema, permettere alla signora Simonetta di frequentare il corso successivo, in aula. Così è stato: la scuola si è resa disponibile a lasciare un posto prenotato per Simonetta nel prossimo corso che inizierà a ottobre, senza chiedere alcun pagamento supplementare.
La situazione di Simonetta è molto frequente in questo periodo in cui sono state chiuse molte attività, dalle palestre agli asili privati. Nonostante le aziende non abbiano alcuna responsabilità per l’accaduto e non possano quindi essere chiamate a risarcire il danno da inadempimento, nondimeno dovrebbero dare la loro disponibilità a rimborsare i clienti per le prestazioni non fornite, o per lo meno a cercare attivamente con loro una soluzione che soddisfi entrambi.
Non esitate a segnalare anche la vostra esperienza alle nostre sedi che continuano ad operare con i seguenti orari e modalita’ https://bit.ly/2UZjNlA
Foto di mohamed Hassan da Pixabay
E.A.