Al momento stai visualizzando ​Fase 3. Stop al distanziamento su treni e bus: in carenza di controlli sui mezzi, siamo preoccupati per la salute dei passeggeri e degli operatori.

La Regione Emilia-Romagna ha disposto, purtroppo senza nessun confronto con le rappresentanze degli  utenti, che, a partire dal 26 giugno 2020, non sarà più necessario mantenere il distanziamento a bordo di treni e autobus del trasporto pubblico locale, affidando così la prevenzione del contagio da Coronavirus all’uso obbligatorio delle mascherine e alla pulizia delle mani.

Una misura che risolve il problema di una maggiore disponibilità di posti a sedere sui mezzi, ma sulla cui validità in materia sicurezza e di prevenzione del contagio, di controlli del rispetto delle norme nascono molti dubbi.

Eliminare qualsiasi norma sul distanziamento su mezzi raffrescati  con  aria condizionata contando  esclusivamente sulle mascherine e sul lavaggio delle mani è quanto meno azzardato, a maggior ragione alla luce dei dati di contagio che nella giornata di ieri hanno coinvolto anche la nostra regione.

Ricordiamo che per per i voli aerei, dove le distanze di sicurezza sono assai critiche, ai passeggeri  viene misurata la temperatura, cosa non prevista per treni e bus.

Ci rendiamo ben conto che la piena occupazione dei mezzi di trasporto pubblici rappresenti condizione essenziale per il mantenimento e la sostenibilità del servizio, che deve essere però supportata da adeguati strumenti di controllo aggiuntivi, che prescindano dal grado di civiltà, spesso molto alto, degli utenti trasportati.

Rileviamo però che questo via-libera della Regione non corrisponde un adeguamento dei controlli sui mezzi, il cui rispetto diventa ancora più importante.

Chiediamo perciò di  rivedere il provvedimento e di convocare con urgenza le rappresentanze degli utenti  e dei  lavoratori per individuare soluzioni possibili che non mettano a rischio la salute dei cittadini.

B.P.

“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con
l’utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico. Ripartizione 2018

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